TORNA ALLE NEWS

Che cosa succede quando prendiamo la scossa (e come evitarla)

La scienza della folgorazione e consigli su come mettersi in sicurezza.

Ogni anno nei condomini d’Italia si verificano circa 6.000 incidenti di folgorazione, centinaia dei quali risultano fatali, secondo i dati raccolti dall’Anaci, la principale associazione di amministratori di condominio del Paese. In un mondo sempre più elettrificato il rischio di ricevere una scossa elettrica va considerato con attenzione. Il nostro corpo è un buon conduttore elettrico e, se la corrente trova un punto di entrata e di uscita, può attraversarlo anche per ampie porzioni. Oltre alle reti elettriche negli edifici, le fonti di corrente dalle quali possiamo prendere una scossa includono linee ad alta tensione, circuiti dei veicoli, linee ferroviarie elettrificate e, anche se con una frequenza molto minore, i fulmini (la probabilità di essere colpiti da un fulmine in un anno è pari a 1 su 500.000).

Il rischio per la salute dipende, oltre che dall’intensità di corrente, dal tipo di corrente e di contatto, dalla durata, dalla tensione elettrica, misurata in volt, dal percorso compiuto dalla corrente nel corpo, dallo stato di salute generale della persona e dalla rapidità dei soccorsi. Le conseguenze di una scossa non sono mai prevedibili con precisione, ma includono principalmente effetti muscolari, cardiaci, disturbi del sistema nervoso e ustioni.

Effetti su muscoli e cuore

L’unità di misura della corrente è l’ampère; per avere un riferimento, un ampère è l’intensità di corrente che alimenta un tipico caricabatterie da smartphone. Una scossa da meno di un millesimo di ampère, come quella che ci attraversa talvolta quando tocchiamo altre persone o oggetti come sportelli e maniglie, può essere fastidiosa ma non è pericolosa per la salute. Scosse da 10 millesimi di ampère possono invece provocare dei problemi, a partire dai muscoli, che nel corpo umano sono stimolati dalle minuscole correnti trasportate lungo i neuroni. Al di sopra di questa soglia la corrente può causare spasmi muscolari abbastanza intensi da non poter essere controllati, specialmente se si tratta di corrente alternata, la cui intensità, cioè, oscilla con frequenza regolare, come avviene, per esempio, nella rete elettrica domestica. A seconda di quali muscoli vengono attraversati, gli spasmi possono causarne la contrazione o l’estensione incontrollata.

Nel primo caso, se sono interessati i muscoli flessori di mani e dita, la vittima può non riuscire a liberarsi dal contatto, prolungando l’esposizione alla corrente e i potenziali danni. Nel secondo caso, la violenta e improvvisa spinta da parte di muscoli come gli estensori dell’anca può spingere la vittima anche a diversi metri di distanza, causando lesioni a muscoli, tendini e legamenti, oltre agli eventuali traumi da caduta. Se il corpo rimane a contatto con la corrente, gli spasmi possono danneggiare gravemente i muscoli (rabdomiolisi), causando il rilascio di sostanze tossiche nel sangue, come la mioglobina, che può compromettere il funzionamento dei reni.

Anche il cuore, come sappiamo, è un muscolo, e una corrente di 50 millesimi di ampère può interferire con la sua attività elettrica, causando aritmia, fibrillazione ventricolare e arresto cardiaco, una condizione rapidamente fatale se non si interviene in modo opportuno con un defibrillatore. Le irregolarità del battito cardiaco possono verificarsi anche ore dopo la scossa.

Ustioni elettriche

Passando attraverso il corpo, la corrente elettrica ne riscalda i tessuti, causando tipiche ustioni elettriche che possono interessare solo l’epidermide, se la tensione elettrica è bassa, o anche gli strati sottocutanei e profondi. Nel secondo caso può essere difficile valutarne la gravità e l’estensione. Le infezioni sono una complicazione comune sia delle ustioni superficiali sia di quelle profonde. La corrente può inoltre danneggiare gli organi interni causando la formazione di tessuto cicatriziale (fibrosi), la perdita di funzionalità e sensibilità, o la produzione di sostanze di scarto tossiche per l’organismo.

Una scossa provocata da una corrente superiore a 10 ampère che attraversa gli arti può determinarne la carbonizzazione e renderne necessaria l’amputazione. Un tipo particolare di ustione si osserva nei bambini che mordono o mettono in bocca cavi elettrici. L’arco elettrico che si forma, favorito dall’azione conduttiva della saliva, può causare ustioni anche molto gravi, dolorose e deturpanti alle labbra e alla mucosa.

Danni al sistema nervoso e altre lesioni

Anche i nervi offrono scarsa resistenza al passaggio di corrente e possono quindi risentire delle conseguenze di una scossa, causando dolore, intorpidimento, formicolio e perdita generale di funzionalità, che a sua volta può determinare debolezza muscolare o difficoltà di movimento. Tutti questi effetti possono essere temporanei o trasformarsi in neuropatie permanenti.

Il sistema nervoso centrale è un altro potenziale bersaglio della corrente elettrica: stordimento, perdita di memoria, convulsioni e arresto respiratorio (a più di 20 millesimi di ampère) sono alcuni dei possibili effetti immediati della scossa. Mesi o anche anni dopo un incidente possono presentarsi anche problemi neurologici come vertigini, emicranie, amnesie e alcune forme di epilessia, oltre a disturbi psichiatrici come depressione, ansia e mutamenti nel comportamento o nella personalità.

Lesioni più specifiche possono compromettere il funzionamento degli occhi (distacco della retina, cataratte) o delle orecchie (rottura del timpano, perdita dell’udito), nel caso in cui siano interessati direttamente dalla scossa.

Cosa fare in caso di scossa

La regola d’oro per chi deve soccorrere una persona che ha subito una scossa è di non toccarla direttamente se è ancora a contatto con la corrente, a meno di usare un materiale isolante e asciutto (cartone, plastica, gomma o legno, facendo attenzione che non vi siano parti metalliche). Bisogna inoltre tenersi a distanza dalla sorgente di elettricità. Nel caso la scossa derivi da una presa o un filo di corrente, si dovrebbe staccare la corrente dall’interruttore principale del domicilio o dell’ufficio.

Se la persona non è in una condizione di pericolo immediato e non è più connessa con la corrente, è opportuno non spostarla e aspettare i soccorsi, che andrebbero chiamati anche se la vittima si riprende e riferisce di sentirsi bene. Le ustioni dovute all’elettricità vanno lavate e coperte con una garza o una benda sterile. In caso di sospetto arresto cardiaco o respiratorio, è necessario iniziare immediatamente la rianimazione cardiopolmonare. All’occorrenza, può essere necessario mettere la persona in posizione antishock (coi piedi alzati) e tenerla al caldo.

Come ridurre il rischio elettrico

Il rischio di subire una scossa elettrica a casa e sul lavoro può essere limitato in vari modi: verificando che l’impianto sia a norma, dotato di differenziale elettrico e collegamenti a terra (che limitano il rischio di scossa formando un percorso preferenziale per la corrente rispetto al corpo); ispezionando i cavi e rimpiazzando quelli spellati o rotti; limitando le prolunghe, che devono essere adeguate per le tensioni e le correnti alle quali sono utilizzate.

È consigliabile inoltre coprire le prese di corrente in presenza di bambini, spegnere gli elettrodomestici in modo sicuro, sostituire le prese vecchie con altre più recenti e sicure, possibilmente non posizionandole in prossimità di fonti d’acqua come lavandini e vasche, evitare di utilizzare dispositivi elettrici con mani bagnate o vicino all’acqua e installare dei parafulmini.

Nel caso in cui si debbano effettuare lavori con la corrente elettrica, l’alimentazione casalinga va sempre spenta dall’interruttore principale; se questo non fosse possibile, è necessario proteggersi con un equipaggiamento isolante (guanti, strumenti con maniglie di gomma ecc.). È inoltre opportuno che datori di lavoro e istituzioni organizzino corsi professionali a frequenza obbligatoria sul rischio di scossa elettrica.

Silvia Kuna Ballero
Classe ’79, genovese di nascita e carattere, milanese d’adozione. Astrofisica, insegnante, redattrice scolastica, giornalista e divulgatrice con un interesse particolare per la storia della scienza e il rapporto tra scienza e società.
share