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L’animale più antico mai ritrovato sulla Terra? Forse, una spugna

Il fossile, scoperto in Canada, di una creatura simile a una spugna fa discutere gli studiosi sulle prime forme di vita animale del nostro pianeta.

Una scoperta importante riporta l’attenzione sul tema delle più antiche forme di vita animale apparse sulla Terra, un argomento che tanto ha fatto discutere gli scienziati e che, a quanto pare, non cesserà di essere oggetto di confronto anche in futuro. Lo spunto di discussione viene dalla recente pubblicazione su Nature di un articolo a firma di Elizabeth C. Turner, geologa in servizio presso la Laurentian University di Sudbury, in Ontario, Canada.

La studiosa ha esaminato alcune rocce calcaree che ha raccolto nel corso di più di vent’anni, a partire dal dottorato, nella barriera del Little Dal, in Canada nordoccidentale. Osservandole con attenzione al microscopio, Turner ha individuato al loro interno delle complesse ramificazioni cristalline che, come piccoli tubi, descrivevano un reticolo tridimensionale. Dopo aver letto i risultati di alcuni studi che mettevano in luce l’esistenza di strutture simili in alcuni tipi di spugne, risalenti a epoche in cui era già nota la presenza di questi organismi, Turner ha ritenuto di poter affermare che nelle rocce da lei esaminate si celavano i resti della forma di vita animale più antica mai conosciuta. Si tratterebbe di spugne vissute 890 milioni di anni fa, 350 milioni di anni prima della cosiddetta esplosione del Cambriano, nella quale è comparsa la maggior parte dei phyla degli animali complessi. Nelle ipotesi che erano emerse da studi precedenti, gli esperti non si erano mai spinti a indicare un’epoca così antica per la comparsa delle spugne.

Dunque la scoperta di Turner potrebbe sembrare davvero eccezionale. Cambiando il paradigma sui tempi di comparsa di diverse forme di vita sul pianeta, la scoperta pare anche ammonirci su quanto poco ancora sappiamo sul tema, anche a causa del fatto che nella storia del pianeta talvolta sono mancate le condizioni ideali per consentire ai fossili di giungere fino ai nostri tempi.

Un’identificazione che lascia diversi dubbi

Ma, come si è soliti dire, “affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie” e non tutti gli studiosi concordano con le conclusioni di Turner. Da una parte, l’autrice mette in luce le fortissime somiglianze tra la struttura descritta e altri fossili identificabili sicuramente come spugne ma appartenenti a epoche molto più recenti e, inoltre, come una configurazione del genere sia incompatibile con gli organismi la cui esistenza in quell’epoca era attestata, come funghi, alghe o cianobatteri.

D’altra parte, c’è chi ha sottolineato che configurazioni simili a quelle osservate nei fossili si possano attribuire praticamente a tutti i tipi di organismi, e che nel corso del tempo anche studi considerati molto solidi, che adoperavano biomarcatori per l’identificazione degli organismi, sono stati in seguito smentiti.

Per ulteriori conferme sarebbe necessario trovare altri fossili simili, ma, come fa notare Turner, l’impresa non è affatto facile, perché il tipo di roccia in cui queste spugne sembravano vivere è molto rara, così come è raro che si verifichino le condizioni per una buona conservazione dei reperti.

Il dibattito sui primi passi dell’evoluzione animale

Se confermata, la scoperta di Turner contribuirebbe in modo sostanziale alla risoluzione di una disputa molto accesa sull’evoluzione delle prime forme di vita animali. In particolare potrebbe contribuire a chiarire a quale tra gli animali tuttora esistenti somigliasse la forma di vita animale più antica. Candidati principali, a parte le spugne, sarebbero gli ctenofori. Si tratta di piccoli animali acquatici dal corpo trasparente e costituito per la maggior parte di acqua, il cui nome, dal greco, significa “portatori di pettine” per la forma caratteristica delle strutture munite di ciglia, che possono ricordare piccoli pettini.

Chi sostiene che le spugne (o poriferi) siano gli animali più antichi si basa su considerazioni relative alla loro semplicità strutturale e ipotizza che caratteristiche più complesse si siano evolute successivamente. Chi invece punta sugli ctenofori, parte dalla constatazione che è comunque possibile passare da caratteri più complessi a caratteri più semplici, un’evenienza avvenuta diverse volte nella storia evolutiva. Risultati di diversi studi, a sostegno delle due ipotesi, sono stati pubblicati nel corso del tempo, e la scoperta dei presunti fossili di spugna canadesi andrebbe nella direzione di una conferma dell’ipotesi più tradizionale, cioè quella che sostiene il primato delle spugne.

Anna Rita Longo
Insegnante e dottoressa di ricerca, membro del board dell’associazione professionale di comunicatori della scienza SWIM (Science Writers in Italy), socia emerita del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze), collabora con riviste e pubblicazioni a carattere scientifico e culturale.
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