Quali sono gli incidenti più frequenti che avvengono tra le mura di casa? Come si può cercare di prevenirli? Quali sono le categorie di persone più colpite? Un po’ di dati per inquadrare questi importanti e trascurati problemi di salute.
La casa è il nostro rifugio, il luogo che dovrebbe rappresentare la sicurezza per antonomasia. Ma è davvero così? Nelle case italiane ogni anno si verificano più di tre milioni di infortuni e i numeri sono in crescita, anche non considerando l’aumento di tempo passato in casa da quando è iniziata la pandemia. Inoltre i numeri potrebbero essere sottostimati, dati gli infortuni domestici per i quali non viene richiesta assistenza medica.
Sul totale degli infortunati, circa 1 milione e 800.000 si rivolgono ogni anno a un pronto soccorso. Di questi, circa 135.000 vengono ricoverati e oltre 5.000 muoiono. Più di una persona su dieci dichiara di essere stata coinvolta in un incidente domestico nell’ultimo anno. Si tratta di cifre impressionanti, se si considera che ogni anno nel nostro Paese gli incidenti stradali comportano circa 200.000 accessi al pronto soccorso e quelli sul lavoro, meno di 650.000. Nonostante gli incidenti domestici siano responsabili di un’importante quota di malattie, morti e disabilità e rappresentino la prima causa di morte per i bambini, si tende a parlarne poco rispetto ad altri tipi di rischi ed eventi traumatici.
Gli incidenti domestici: cosa sono e quando e dove avvengono
Per essere classificato come infortunio domestico, un incidente deve soddisfare alcuni criteri: si deve verificare indipendentemente dalla volontà; deve verificarsi in un’abitazione, con ciò intendendo sia l’appartamento sia le sue pertinenze (come box, solai, giardini, balconi, cantine, scale); le lesioni che ne conseguono devono compromettere almeno in via temporanea le condizioni di salute della vittima.
Le cadute sono l’incidente domestico più frequente: più di una persona su due è infatti vittima di una caduta. Una persona su cinque si procura ferite e una su sei subisce urti, schiacciamenti o ustioni. Altri comuni incidenti domestici sono per esempio l’ingestione di corpi estranei, il soffocamento, le intossicazioni e gli avvelenamenti. Il maggiore rischio per la sicurezza delle persone in casa sembra essere rappresentato dai lavori domestici, durante i quali avviene quasi la metà degli incidenti. Molto più basso, sebbene non trascurabile, è il rischio dovuto alle attività di gioco e al fai da te.
Il Sistema informativo nazionale sugli infortuni in ambienti di civile abitazione (SINIACA), istituito presso l’Istituto superiore di sanità, ha rilevato che gli ambienti più rischiosi all’interno della casa sono la cucina (il 20 per cento degli infortuni domestici si verifica in questa stanza), la camera da letto e il soggiorno (al cui interno si verificano il 26 per cento circa degli incidenti), il garage e la cantina (13 per cento). Seguono le scale (10 per cento), il bagno (7 per cento) e gli altri ambienti. Nelle aree esterne alla casa, come il giardino e i cortili, si verifica il 6 per cento circa degli infortuni domestici. Poiché il SINIACA non monitora ancora tutto il territorio italiano, queste percentuali potrebbero differire nelle regioni in cui le rilevazioni non vengono effettuate.
Analizzando le cause principali degli incidenti domestici in Italia, le caratteristiche strutturali dell’abitazione sembrano avere un ruolo cruciale. Tra queste vi sono pavimenti troppo lisci o irregolari, scale troppo ripide o scivolose, qualità e dimensioni degli oggetti dell’arredamento (per esempio, mobili ingombranti o instabili, presenza di spigoli) e mancanza di protezioni.
Un’altra causa importante di incidenti domestici è rappresentata da comportamenti o abitudini a rischio, come la mancata adozione di cautele nei lavori casalinghi, l’uso improprio o il sovraccarico delle apparecchiature elettriche, l’impiego di sostanze potenzialmente pericolose, come farmaci, solventi, detergenti, disinfettanti, cosmetici, e la loro impropria conservazione. Anche determinate condizioni patologiche croniche possono essere all’origine di incidenti domestici o esacerbarne le conseguenze: si pensi all’osteoporosi nelle donne anziane, che può peggiorare l’esito di una banale caduta determinando fratture anche gravi. Fra i fattori di rischio non vanno dimenticati, infine, la mancata sorveglianza dei bambini e l’isolamento delle persone sole, specialmente anziane.
Quali sono le persone più colpite
Tra le vittime di incidenti domestici ci sono forti distinzioni di età e di genere. Disabili, donne, anziani e bambini sono le categorie più a rischio. In Italia, circa il 70 per cento degli infortuni che avvengono in casa coinvolge una donna, e oltre un terzo riguarda persone di 65 anni o più, con un rischio che aumenta all’avanzare dell’età a causa di diversi fattori (minore capacità di coordinamento motorio, difficoltà di equilibrio, calo della profondità visiva, problemi cognitivi).
Non sorprende che le casalinghe e, più in generale, le donne che lavorano alla cura domestica, come le addette alle pulizie o le badanti, siano a maggiore rischio di incidenti di questo tipo. Tra le persone che lavorano anche fuori casa, le donne sono a maggiore rischio di incidenti domestici perché in genere si dedicano maggiormente alle faccende di casa rispetto agli uomini. Il tasso di incidenti domestici nelle donne lavoratrici, a parità di tipo di occupazione, è più che doppia rispetto agli uomini (12,5 su mille contro 5,4 su mille).
Il divario di genere si inverte invece quando consideriamo i bambini: fino ai 15 anni, e in particolare fino a 5 anni, sono i maschi a farsi male più spesso in casa, con un’incidenza di circa 10 incidenti ogni mille che avvengono soprattutto nel corso di attività ricreative e di gioco.
Prevenzione e monitoraggio
Una casa priva di pericoli non esiste. Ciò non significa che non si possa renderla più sicura tramite iniziative sia private sia istituzionali. Campagne informative, formazione di operatori sanitari preposti alla valutazione della sicurezza domestica, fornitura a costi contenuti di dispositivi di sicurezza sono alcuni degli approcci che vanno integrati tra loro per ridurre sia il rischio sia la gravità degli incidenti domestici.
Alcune buone norme per contenere il rischio di infortuni domestici possono essere adottate a prescindere dall’età e dallo stato di salute dei componenti familiari. Sgomberare gli spazi domestici e i pavimenti (anche dai tappeti!) in modo da garantire un passaggio agevole; installare ringhiere e corrimano su ogni scala; custodire sostanze e oggetti pericolosi in modi e luoghi appropriati; prestare attenzione all’illuminazione, che non deve lasciare zone buie, installando gli interruttori vicino alle porte d’accesso; acquistare elettrodomestici certificati e farli controllare periodicamente da personale qualificato, evitando di sovraccaricare le prese elettriche, e così via.
Tutte queste precauzioni valgono tanto più in presenza di bambini e anziani, per i quali se ne aggiungono altre, come l’installazione di cancelletti che impediscano l’accesso alle scale ai bambini piccoli, la protezione degli spigoli, la rimozione di sedie e tavoli in prossimità di finestre e balconi, l’installazione di dispositivi aggiuntivi come maniglie antiscivolo, coperture per prese elettriche eccetera.
A livello nazionale, la legge 3 dicembre 1999, n. 343, ha istituito alcune norme per la tutela della salute nelle abitazioni e un’assicurazione contro gli infortuni domestici. La legge punta, tra le altre cose, al riconoscimento del valore sociale ed economico del lavoro svolto da casalinghe e casalinghi.
Il SINIACA è stato a sua volta istituito con questa legge. In caso di infortunio domestico, a seguito della richiesta di intervento medico, questo ente ha il compito di rilevare l’attività svolta al momento dell’incidente, l’ambiente in cui si trovava la vittima, la dinamica, la lesione subita e il trattamento prescritto. Al SINIACA si affiancano altri sistemi di sorveglianza, come Passi di Epicentro, che valuta la consapevolezza del rischio domestico e l’efficacia delle campagne informative nel determinare cambiamenti di abitudini nei cittadini.