I risultati di uno studio, pubblicati sulla rivista Science, chiariscono che non sono le razze in sé a determinare le caratteristiche comportamentali dei cani, ma piuttosto l’ambiente, le abitudini, i comportamenti e le interazioni sociali.
Il comportamento dei cani domestici appartenenti a razze differenti è solo in parte il risultato di influenze genetiche e dipende piuttosto dalle abitudini e dal contesto sociale di riferimento. Le razze identificano infatti primariamente le caratteristiche fisiche dei cani e possono spiegare solo alcuni dei tratti comportamentali. Insomma, ogni cane ha il proprio carattere e il fatto che si tratti di un bassotto, un Golden retriever o un incrocio tra razze differenti non determina univocamente le caratteristiche comportamentali.
A differenza, quindi, di ciò che comunemente si pensa, non basta conoscere la razza di un cane per sapere se possa comportarsi in modo aggressivo o se sia adatto per interagire con i bambini piccoli.
Un nuovo modo di considerare i cani
Fino a circa 200 anni fa i cani venivano selezionati per svolgere specifiche funzioni legate al lavoro e alla sussistenza umana, come cacciare, fare la guardia o aiutare nella pastorizia. Oggi le differenze cercate nelle razze di cani sono diverse e la selezione punta sempre più a specifiche caratteristiche non solo fisiche ma anche comportamentali. Tuttavia le caratteristiche comportamentali sono le più difficili da ottenere e da predire con il processo di selezione. Ciò nonostante molte persone sono erroneamente convinte che la razza di un cane possa essere considerata un fattore predittivo delle specifiche caratteristiche di comportamento di ciascun esemplare.
Oggi molti amici a quattro zampe vivono in condizioni di notevole comfort, almeno nei paesi a maggior reddito, all’interno di case riscaldate, con il supporto di persone che si prendono cura di loro e ne tutelano la salute anche attraverso cure veterinarie sofisticate e farmaci di vario genere. Anche in queste condizioni di forte benessere i cani possono essere trattati dai loro padroni in modo più o meno attento, sensibile o aggressivo. Tutto ciò influisce notevolmente sulle caratteristiche comportamentali degli animali, stimolando reazioni da parte di ciascun cane in base a ciò che avviene ogni giorno.
Quanto incide la razza sul comportamento?
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Cambridge (Massachusetts) ha sequenziato il DNA di 2.155 cani di razza pura e mista e intervistato oltre 18.000 proprietari di cani. Lo scopo della ricerca era indagare se e in che modo la genetica influenzi le caratteristiche comportamentali di ciascuna razza. I risultati sono stati pubblicati ad aprile 2022 sulla rivista Science. Anzitutto, i ricercatori hanno individuato 11 regioni genetiche, o loci, significativamente associate al comportamento, che presentano caratteristiche differenti nei singoli animali, ma non in base alle razze. Altre regioni, associate a tratti estetici, risultano invece differenziate in maniera abbastanza netta secondo le razze.
In generale, i ricercatori hanno osservato che, mentre molti tratti fisici risultavano effettivamente associati alle razze, il comportamento era molto variabile tra i cani: un chiaro indicatore del fatto che la razza non può essere considerata un elemento distintivo del carattere. Al contrario, essa può spiegare solo il 9 per cento dei tratti comportamentali di un cane. Il valore misurato è al di sotto delle aspettative che avevano gli stessi autori dell’articolo. Questi risultati mostrano in modo piuttosto inequivocabile che stabilire, per esempio, la pericolosità o l’aggressività di un cane in base alla razza di appartenenza sia piuttosto insensato.
Che cosa determina dunque la maggior parte delle caratteristiche caratteriali di un cane? Anzitutto l’ambiente in cui cresce, l’addestramento ricevuto e l’atteggiamento dei padroni, le abitudini e i comportamenti, il genere, l’età, il tipo, la quantità e la qualità delle interazioni sociali, e tanto altro ancora.
Alcuni tratti comportamentali sono tuttavia maggiormente correlati alla razza, e in modo particolare per alcune razze specifiche. Per esempio, la disponibilità ad ascoltare i comandi, tipica dei Border collie, conferma una spiccata correlazione genetica, con risultati che sono poi stati confermati anche dalle risposte date nei sondaggi da parte dei padroni. Al contrario, la socialità con le persone dei Labrador retriever sembra non essere collegata a fattori legati alla razza di riferimento.
Per tutti i cani osservati, poi, la capacità di obbedire alle indicazioni umane è risultata essere la caratteristica più legata alla razza, anche se essa varia in modo significativo tra i vari esemplari.
In conclusione, anche se in alcuni casi la razza può essere utile a effettuare previsioni comportamentali relative a specifici tratti di carattere, la maggior parte di essi è solo in minima parte influenzata dai fattori ereditari.
Scegliere animali domestici e leggi discriminatorie
La razza del cane è tradizionalmente considerata un elemento distintivo del carattere e del comportamento. Addirittura, in alcuni Paesi ci sono specifiche leggi che limitano, in una maniera che potremmo definire discriminatoria, il possesso di determinate razze o che impongono regole più severe in alcune circostanze. Appurato che la razza del cane è generalmente un limitato fattore predittivo del comportamento individuale, appare evidente che essa non dovrebbe essere considerata un elemento per indirizzare le scelte di coloro che intendono adottare un animale domestico.
Anche le leggi, di conseguenza, dovrebbero probabilmente essere riviste alla luce delle nuove conoscenze, stabilendo criteri diversi per valutare se un cane possa essere considerato potenzialmente pericoloso.