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5 cose da sapere sulla psoriasi

Manifestazioni, tipi, rischi e terapie della psoriasi: approfondiamo la conoscenza di un problema della pelle molto diffuso.

 

Come per molti altri problemi che coinvolgono la pelle, che è l’organo più esteso del nostro corpo e ha funzioni importanti come la protezione da alcuni agenti esterni, la psoriasi può avere importanti ricadute sulla qualità della vita e sul benessere psicofisico. Conoscere meglio questa malattia consente di avere le idee più chiare su come agire concretamente e chiedere aiuto.

 

1) Che cos’è la psoriasi

La psoriasi è una patologia infiammatoria della pelle, che solitamente si manifesta attraverso l’ispessimento della cute in alcune zone e con la formazione di caratteristiche placche in rilievo, arrossate e ricoperte di squame biancastre. Spesso queste lesioni causano dolore, bruciore e prurito. Le manifestazioni della psoriasi possono presentarsi in tutte le parti del corpo e variare a seconda del tipo, anche se in genere sono più frequenti in alcune zone, come gomiti, ginocchia, cuoio capelluto e zona lombare. Le tipiche lesioni sembrano essere dovute a un’eccessiva proliferazione dei cheratinociti, le cellule più abbondanti nell’epidermide. L’aspetto delle lesioni può variare anche notevolmente nel tempo, con momenti in cui si mostrano più estese e dolorose e altri in cui regrediscono molto.

La psoriasi può colpire anche le unghie. In tal caso dà manifestazioni come unghie opacizzate, ispessite e con desquamazioni, che possono essere facilmente confuse con quelle delle comuni onicomicosi (funghi delle unghie). Se la diagnosi non è corretta, le terapie possono essere inadeguate e inefficaci.

La psoriasi può presentarsi in diverse forme, tra le quali:

  • la più comune è la psoriasi a placche o “volgare”, che presenta le caratteristiche e ben demarcate placche infiammate e desquamate;
  • la psoriasi guttata: con lesioni a goccia, è collegata all’infezione da streptococco beta-emolitico;
  • la psoriasi pustolosa: è caratterizzata da piccole pustole purulente, ed è grave nella forma generalizzata;
  • la psoriasi inversa: spesso scambiata per micosi, è localizzata nelle pieghe della pelle;
  • la psoriasi seborroica: dà lesioni simili a quelle della dermatite seborroica, con cui viene talvolta confusa;
  • la psoriasi palmo-plantare: colpisce il palmo delle mani, la pianta dei piedi o entrambe le zone;
  • la psoriasi eritrodermica: una grave infiammazione e desquamazione estesa a tutto il corpo.

Alla psoriasi è collegata una forma di artrite, detta appunto artrite psoriasica. Le manifestazioni sono simili a quelle dell’artrite reumatoide (dolore, gonfiore e rigidità nelle articolazioni), con cui viene talvolta confusa. Una visita medica attenta e alcuni esami specifici potranno rendere possibile una diagnosi corretta.

La psoriasi in tutte le sue forme non è contagiosa.

 

2) Che cosa la provoca

Come per molte altre malattie, non sono ancora perfettamente noti i meccanismi che fanno scatenare il quadro infiammatorio che si manifesta nella psoriasi, ma è dimostrato un ruolo importante del sistema immunitario e anche per questo rientra tra le malattie autoimmuni. Nella proliferazione delle cellule della pelle, caratteristica della malattia, sembra avere un ruolo decisivo un’alterata attività dei linfociti T, un tipo di cellule del sistema immunitario capaci per esempio di uccidere le cellule tumorali.

La componente immunitaria si unisce ad altri fattori, tra cui la familiarità, la presenza di traumi, infezioni da batteri o virus (per esempio streptococco e HIV), uso di alcuni farmaci, stress, alcool, fumo e obesità.

 

3) Quante persone colpisce

Si stima che la psoriasi interessi il 2-3 per cento circa della popolazione generale, anche se non sono infrequenti le forme lievi non diagnosticate. Tutte le età sono interessate, anche se solitamente si manifesta prima dei 40 anni e spesso in età giovanile, come pure in bambini e adolescenti.

 

4) È associata a un aumento del rischio per alcuni tumori

Negli ultimi anni la ricerca ha contribuito a mettere in evidenza un aumentato rischio relativo ad alcuni tipi di cancro per le persone che soffrono di psoriasi. Le evidenze sono emerse principalmente per quanto riguarda il cancro del colon-retto, del rene, della laringe, della pelle, del fegato, dell’esofago, della vescica, dei polmoni, della bocca, del pancreas e per i linfomi. Inoltre, la prognosi dei pazienti oncologici con psoriasi è meno favorevole di quella di malati di cancro che non soffrono anche di questa malattia. Altri studi hanno evidenziato un aumentato rischio, associato alla psoriasi, di sindrome metabolica.

Per questi motivi, per le persone con la psoriasi, soprattutto quando la malattia è in forma grave, è raccomandato consultare medici specialisti e monitorare i fattori di rischio per varie patologie. Inoltre, è particolarmente importante la prevenzione delle malattie associate alla psoriasi, intervenendo sui fattori di rischio modificabili, per esempio curando l’alimentazione e il mantenimento di un peso corporeo nella norma ed evitando fumo e alcolici.

 

5) Come si cura

La terapia della psoriasi varia molto in base al tipo e all’intensità dei sintomi. Le forme più lievi sono tenute sotto controllo con l’uso di trattamenti locali come creme emollienti e antinfiammatorie. È anche usata la fototerapia che adopera la luce ultravioletta; per il trattamento di alcune lesioni localizzate è possibile adoperare il laser a eccimeri, in cui il dispositivo produce luce laser nella regione dell’ultravioletto.

Per la terapia delle forme più gravi, o di quelle con un particolare impatto sul benessere della persona, un’importante svolta si è avuta con lo sviluppo dei farmaci biologici, che agiscono sulle cellule all’origine dell’infiammazione e bloccano i meccanismi che scatenano la psoriasi.

 

Anna Rita Longo
Insegnante e dottoressa di ricerca, membro del board dell’associazione professionale di comunicatori della scienza SWIM (Science Writers in Italy), socia emerita del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze), collabora con riviste e pubblicazioni a carattere scientifico e culturale.
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