Parto naturale o cesareo? La composizione del microbiota di ciascun nuovo nato è influenzata dal modo in cui viene al mondo, e forse può avere anche un impatto sull’efficacia delle vaccinazioni che riceverà. Sono questi i risultati di un nuovo studio, pubblicati a novembre 2022 sulla rivista Nature Communications.
Il nostro corpo è caratterizzato da una serie di meccanismi raffinati e complessi che la scienza sta nel tempo chiarendo sempre di più. Per esempio, i risultati di una ricerca pubblicati su Nature Communications il 15 novembre 2022, alcuni scienziati hanno indagato se il tipo di parto (vaginale o cesareo) possa influenzare lo sviluppo del microbiota intestinale e la risposta ad alcune vaccinazioni infantili. Il filone di ricerca che studia il rapporto tra microbiota e salute nelle diverse fasce d’età ha avuto di recente un notevole sviluppo.
Il ruolo del microbiota intestinale
Il termine microbiota indica l’insieme dei microrganismi, costituito soprattutto da batteri, virus, funghi e protozoi, che popolano il tratto intestinale. In passato era chiamato “flora batterica intestinale” e le due espressioni sono, di fatto, equivalenti. È invece importante non confonderlo con il microbioma, l’insieme dei patrimoni genetici presenti nel microbiota. Il concetto è affine a quello di genoma: il microbioma è, in pratica, l’insieme dei genomi del microbiota.
I microrganismi di un microbiota in equilibrio, in una persona in salute, non solo non rappresentano alcun pericolo, ma svolgono importanti funzioni. Sono, infatti, essenziali per le funzioni digestive e metaboliche e per l’assorbimento dei nutrienti. Inoltre regolano il fisiologico svuotamento dell’intestino e il processo di eliminazione delle scorie; sintetizzano importanti sostanze tra cui alcune vitamine; contribuiscono a tenere sotto controllo i microrganismi patogeni; contrastano altri fattori collegati a varie malattie e hanno un impatto significativo sullo sviluppo e il funzionamento del sistema immunitario. Quest’ultimo aspetto, in particolare, è oggetto di numerose ricerche e ha implicazioni considerevoli.
Parto e anticorpi
Ma torniamo al parto e a come può influenzare il microbiota e la risposta alle vaccinazioni dei bambini. Nello studio citato in apertura i ricercatori hanno preso in esame il microbiota intestinale di alcuni neonati e hanno verificato se differenze nella composizione potessero essere ricondotte al tipo di parto, naturale o cesareo. Hanno, quindi, valutato le risposte anticorpali indotte dalla vaccinazione contro lo pneumococco in 101 bambini di circa 12 mesi e le risposte anticorpali alla vaccinazione antimeningococcica in 66 bambini di 18 mesi.
Ne è emerso che la nascita tramite parto vaginale è associata a una più elevata risposta anticorpale per entrambi i vaccini. In particolare, la maggiore risposta anticorpale sembra essere spiegata dalla relativa abbondanza di Bifidobacterium ed Escherichia coli nel microbiota, associata alla nascita con parto naturale. Tra gli elementi che influenzano la risposta ai vaccini – insieme ai fattori genetici, al peso dei bambini alla nascita e al tipo di alimentazione, per esempio – potrebbe rientrare, quindi, anche il modo in cui ciascun bambino viene al mondo. Non è, invece, ancora chiaro se eventuali antibiotici somministrati ai neonati possano avere degli effetti da questo punto di vista. La questione è rilevante perché i bambini pretermine ricevono spesso una terapia antibiotica alla nascita e risultano avere una minore risposta anticorpale dopo le vaccinazioni.
La sfida inizia adesso
Le conclusioni di questo studio potrebbero permettere in futuro di potenziare l’efficacia dei vaccini, tra i più importanti presidi della salute individuale che per la collettività. Come è stato messo in luce da alcuni esperti che si sono espressi sullo studio, si tratta, però, solo di un primo passo.
Resta infatti da comprendere se ci sia un vero e proprio nesso causale tra batteri associati al parto vaginale e risposta immunitaria. Inoltre occorre individuare gli eventuali meccanismi alla base del fenomeno e se sia possibile garantire, attraverso specifiche strategie, una risposta anticorpale simile anche nei piccoli nati con parto cesareo. Infine, sarà importante che i dati trovino conferma in studi con un numero maggiore di soggetti, affinché l’evidenza scientifica sia più affidabile statisticamente.