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Che cos’è la paralisi del sonno

Facciamo il punto su un fenomeno che può essere estremamente spiacevole per chi lo vive, sulle sue manifestazioni e possibili cause da approfondire.

Dopo essere andati a dormire, ci si può ritrovare in dormiveglia con la sensazione di non potersi muovere, talvolta accompagnata da quella di voler parlare o gridare senza riuscire a farlo e da visioni che spaziano dall’inquietante al terrificante. Nella percezione di chi vive questa esperienza, chiamata paralisi del sonno, il tempo sembra dilatarsi, anche se in realtà il fenomeno ha una durata molto breve. La maggior parte delle persone che ha provato almeno una volta una paralisi del sonno è convinta di soffrire di un disturbo estremamente raro, mentre le stime, pur essendo molto variabili, confermano che tante persone hanno vissuto questa esperienza. Ci sono, però, alcuni soggetti nei quali è molto più frequente, tanto da incidere sulla qualità del sonno e, di conseguenza, della vita.

Le cause

La paralisi del sonno fa parte delle cosiddette parasonnie, i disturbi che si verificano in alcune fasi del sonno o nei momenti di passaggio verso la veglia. A volte sono legati a condizioni patologiche, mentre in altri casi sono soltanto spiacevoli eventi temporanei.

Alla base della paralisi del sonno ci sono meccanismi fisiologici che regolano il passaggio dalla veglia al sonno e viceversa. La possibilità del nostro corpo di muoversi è inibita durante la cosiddetta fase REM, caratterizzata da rapidi movimenti oculari (da cui la sigla dall’inglese rapid eye movement) e da un’intensa attività della corteccia cerebrale correlata a un’alta frequenza di sogni. Ci si trova in un vero e proprio stato di paralisi, a causa di un meccanismo fisiologico che, a partire dal tronco cerebrale, coinvolge i motoneuroni spinali che controllano i movimenti. Verosimilmente il fenomeno serve a evitare che eventuali movimenti indotti dai sogni possano metterci in pericolo. Nella fase di veglia, invece, la paralisi non dovrebbe essere presente, ma si può manifestare in determinate circostanza. La privazione e l’irregolarità del sonno sono oggi problemi piuttosto comuni, a causa dei ritmi frenetici della vita, di situazioni che provocano ansia, dell’assunzione di alcuni tipi di farmaci o, ancora, di alcune patologie. Nell’insieme ciò può contribuire al fatto che la riacquisizione della mobilità e la veglia non siano perfettamente sincronizzate nella fase che precede o segue il sonno REM, un momento in cui si è solo parzialmente svegli. Può quindi capitare di avere la percezione di una paralisi del sonno, non riuscendo a muoversi e avendo intense allucinazioni.

Le manifestazioni

Le paralisi (e le relative visioni e sensazioni) che si verificano nella fase di addormentamento, cioè quando si passa dalla veglia al sonno, sono dette ipnagogiche. Quando avvengono, invece, nella fase di risveglio, cioè nel passaggio dal sonno alla veglia, sono dette ipnopompiche. Oltre a immagini oniriche vivide e angoscianti, alcuni riferiscono sensazioni che coinvolgono l’udito o il tatto, come un senso di peso sul petto o su altre parti del corpo. Oppure riportano di avere la percezione di uscire dal proprio corpo e di vederlo dall’alto, ma anche di volare, galleggiare. A volte parlano di illusioni motorie, per esempio di sentire di accelerare o rallentare. Tutte queste allucinazioni possono essere percepite come molto realistiche e concrete e possono spiegare diversi racconti di presunte esperienze paranormali.

Cosa fare

Nei casi più comuni la paralisi del sonno, sebbene fastidiosa, non è legata a veri e propri problemi o patologie, quindi di solito non necessita di interventi terapeutici. Seguire le regole di igiene del sonno, come consumare pasti leggeri ed evitare fumo e alcolici prima di andare a dormire e mantenere una camera da letto silenziosa e buia, può essere molto utile a gestire il disturbo e renderlo molto meno frequente. Per le persone, invece, in cui la qualità della vita sia particolarmente compromessa dal disturbo, si stanno studiando specifiche terapie farmacologiche e comportamentali. Nel caso in cui le paralisi siano collegate a problemi di salute mentale e disagio psicologico, un approccio terapeutico mirato potrebbe mitigarne la frequenza. La paralisi del sonno è, in alcuni casi, collegata alla narcolessia, una malattia neurologica di cui può essere uno dei sintomi rivelatori. Gli esperti, quindi, sottolineano l’importanza di non trascurare questo segnale nelle persone che mostrano per esempio un’intensa sonnolenza.

Anna Rita Longo
Insegnante e dottoressa di ricerca, membro del board dell’associazione professionale di comunicatori della scienza SWIM (Science Writers in Italy), socia emerita del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze), collabora con riviste e pubblicazioni a carattere scientifico e culturale.
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