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Come e perché smaltire correttamente i medicinali

No, i medicinali scaduti non vanno gettati tra i rifiuti indifferenziati. Ecco le indicazioni per liberarsene rispettando l’ambiente.

Gli effetti collaterali di un farmaco sono primariamente quelli riportati sul foglietto illustrativo, che illustrano ciò che, con diversi gradi di probabilità, potrebbe succedere al nostro corpo in seguito all’assunzione del farmaco stesso. I medicinali, però, possono avere ricadute anche sull’ambiente e sulla salute pubblica. Ciò avviene, per esempio, quando, dopo averli assunti, ne espelliamo una parte integra e i metaboliti con l’urina e le feci, nelle acque di scarico. Oppure capita quando un farmaco non utilizzato o scaduto viene gettato nel bidone della spazzatura, senza rispettare le regole di smaltimento. I medicinali inutilizzati non sono normali rifiuti domestici, dato che i flussi di gestione dei rifiuti misti non sono progettati per trattare specificamente prodotti farmaceutici. Come fare allora a smaltirli nel modo corretto? E cosa può succedere se non lo facciamo? Ecco alcune indicazioni.

Gamberi disinibiti ed ecotossicità

L’impatto dei farmaci sull’ambiente può essere subdolo e sorprendente, come indicano i risultati, pubblicati qualche settimana fa sulla rivista EcoSphere, di uno studio condotto da ricercatori dell’Università della Florida. Gli scienziati hanno monitorato il comportamento di alcuni gamberi d’acqua dolce, esposti a livelli di antidepressivi per uso umano paragonabili a quelli che potremmo ritrovare nei corsi d’acqua in cui vivono abitualmente.

I ricercatori hanno notato cambiamenti significativi nei comportamenti tipici di questi crostacei. In particolare, gli esemplari sotto esame hanno manifestato atteggiamenti più audaci rispetto a quelli non esposti agli stessi farmaci: emergevano, per esempio, dal loro nascondiglio più rapidamente e trascorrevano più tempo alla ricerca di cibo. Alterazioni che, secondo gli autori della ricerca, potrebbero tradursi in un maggior rischio di essere predati, con la conseguenza, in prospettiva, di un effetto a catena sull’ecosistema acquatico.

Allerta microbi   

Tenere conto delle interconnessioni tra la salute umana e quella degli animali e dell’ambiente è anche cruciale per fronteggiare, o quantomeno non alimentare, la cosiddetta resistenza antimicrobica, uno dei più urgenti problemi di salute pubblica a livello globale. Batteri e in generale microrganismi patogeni sempre più resistenti ai prodotti antimicrobici, tra cui gli antibiotici, sono infatti il risultato non solo di un uso improprio di questi farmaci, ma anche della loro dispersione nell’ambiente. Sono centinaia i composti attivi riscontrati nei corsi d’acqua e nei terreni di tutto il mondo, tanto che sono almeno dieci anni che la Comunità europea cerca di elaborare strategie condivise e piani d’azione congiunti per un impiego e smaltimento dei medicinali più sicuro ed efficace.

Insomma, l’impatto sull’ambiente delle sostanze che per noi possono essere terapeutiche può essere pesante, e riguardare la salute di tutti, esseri umani compresi. Infatti, tali sostanze, oltre a essere a volte tossiche e letali per altre specie, possono anche alterare delicati equilibri ecologici importanti anche per l’umanità. E se da un lato è fondamentale che le persone aderiscano alle cure prescritte dal proprio medico, è anche centrale che i pazienti siano consapevoli di come smaltire correttamente quelli inutilizzati.

Farmaci scaduti: dove li butto?

Quando troviamo un farmaco scaduto nel nostro armadietto dei medicinali, per nessun motivo lo dobbiamo gettare nella raccolta indifferenziata, né svuotare nel water o nel lavandino. I farmaci scaduti sono rifiuti domestici pericolosi (rientrando nella stessa classe di appartenenza delle pile scariche, per intenderci). Si tratta di rifiuti che contengono un’elevata dose di sostanze pericolose e che per questo devono essere gestiti in modo specifico rispetto agli altri rifiuti urbani.

Innanzitutto, è buona norma controllare ogni qualche mese le date di scadenza dei farmaci, per eliminare quelli scaduti evitando così, per esempio, che qualcuno in casa ne assuma accidentalmente delle dosi. È opportuno poi separare i blister e le confezioni in plastica o in metallo dal farmaco vero e proprio, dalle scatole in carta e dal foglietto illustrativo, inserendo ciascun componente riciclabile della confezione nell’apposito contenitore per la raccolta differenziata (plastica, metallo, carta e vetro, nel caso di flaconi completamente vuoti). Nel caso di preparati liquidi, come per esempio gli sciroppi, il contenitore non va svuotato ma smaltito con la procedura specifica per i medicinali.

Il modo migliore per capire come procedere per buttare i farmaci è fare riferimento ai programmi di ritiro e raccolta ufficiali, disponibili su tutto il territorio nazionale, e utilizzare i cassonetti opportunamente predisposti – solitamente presso le farmacie o gli ambulatori delle Asl. In caso di dubbi, si possono chiedere informazioni al personale delle farmacie della propria zona. Le informazioni sulla localizzazione dei centri di raccolta che possono ricevere questo tipo di rifiuti sono generalmente riportate sui regolamenti comunali o presso gli uffici tecnici del proprio comune (qui, per fare un esempio, le informazioni valide per Roma).

Gestione intelligente e solidarietà

Una buona abitudine per evitare sprechi accumulando farmaci scaduti è non fare scorte eccessive di medicinali da banco, una condizione che aumenta le probabilità che questi rimangano inutilizzati fino e oltre la data di scadenza. Diverso è invece il caso dei farmaci con prescrizione medica, per i quali bisogna attenersi scrupolosamente alle indicazioni del proprio curante o dello specialista.

Quando invece per errore o per cessato utilizzo ci ritroviamo con farmaci non scaduti, ma integri e ancora utilizzabili, possiamo pensare di devolverli a programmi di recupero che li distribuiscono a chi ne ha bisogno. Ne è un esempio l’iniziativa Banco Farmaceutico, nata nell’anno 2000 con l’obiettivo di contrastare la povertà sanitaria nel nostro Paese.

Alice Pace
Giornalista scientifica freelance specializzata in salute e tecnologia, anche grazie a una laurea in Chimica e tecnologia farmaceutiche e un dottorato in nanotecnologie applicate alla medicina. Si è formata grazie a un master in giornalismo scientifico presso la Scuola superiore di studi avanzati di Trieste e una borsa di studio presso la Harvard Medical School di Boston. Su Instagram e su Twitter è @helixpis.
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