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Muffe in casa: perché sono un problema per la salute

Uno sguardo scientifico alle pareti delle nostre abitazioni, per verificare se condividiamo i nostri spazi con microrganismi pericolosi per noi e i nostri cari, ed eventualmente correre ai ripari.

Chiazze scure sui muri e cattivo odore: sono questi i tipici segni della presenza di muffe in casa. Non si tratta di una questione meramente estetica, le muffe possono danneggiare la salute, in particolare di chi è più vulnerabile o già soffre di problemi respiratori cronici. Del resto, la qualità dell’aria che respiriamo, anche quella di casa, è un fattore determinante per la salute e il benessere.

È importante quindi rimuovere le muffe quando compaiono e individuare le eventuali perdite o fonti di umidità, per evitare che il problema si ripresenti, così da salvaguardare la salute dei più sensibili di casa. Neonati e bambini, persone anziane, asmatiche, con problemi dermatologici (per esempio, con eczema atopico) o con il sistema immunitario compromesso (come i pazienti oncologici): sono queste, soprattutto, le categorie che dovrebbero stare alla larga da umidità e muffa.

Dove c’è umidità c’è muffa

I tanti tipi diversi di muffe sono organismi pluricellulari appartenenti al regno dei funghi. Si tratta di creature microscopiche e ubiquitarie, che possono crescere sia all’interno sia all’esterno delle abitazioni. Le muffe più diffuse negli ambienti domestici appartengono al genere Cladosporium, Aspergillus e Penicillium. Proliferano in ambiente umido, e crescono producendo spore che possono disperdersi nell’aria.

Le spore sono cellule riproduttrici che, germinando, danno origine a ulteriori funghi. Quando si depositano su materiali umidi, trovano le condizioni per crescere e proliferare. Negli ambienti interni succede dove c’è umidità in eccesso, per esempio per una perdita d’acqua, insufficiente riscaldamento, isolamento non ottimale o scarsa ventilazione. Generalmente sono le abitazioni al piano terra e le parti della casa esposte a ovest e nord-ovest quelle più soggette alla formazione di muffe, perché sono tendenzialmente più fredde ed è più facile che qui risalga umidità dal terreno o si infiltri acqua dall’esterno.

All’interno delle abitazioni il problema delle muffe si acutizza, generalmente, in autunno e in inverno. In autunno l’involucro esterno dell’edificio si raffredda e l’aria esterna, pur con temperature miti, è umida. Anche se si arieggiano i locali, in questa stagione si riesce a eliminare solo in parte l’umidità in eccesso. La situazione può peggiorare in inverno, in particolare quando le temperature esterne scendono sottozero. Per le cantine, invece, la stagione più sfavorevole è l’estate, in quanto aerando entra dall’esterno aria calda e umida, che nelle cantine si fa ancora più umida, aumentando il rischio di formazione di muffe.

Quali effetti sulla salute possono avere le muffe?

Le muffe producono allergeni, sostanze irritanti e, a volte, tossiche. Come è indicato nelle linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità, l’esposizione a queste particelle può causare reazioni allergiche, asma e disturbi a carico del sistema immunitario. In presenza di evidenti problemi di umidità, come formazione frequente di condensa sulle finestre, macchie di umidità sulle pareti, tappezzeria che si stacca o muffe visibili, si riscontrano più di frequente allergie, irritazioni e infezioni delle vie respiratorie. In generale l’umidità domestica e la presenza di muffa in casa sono associate a una maggiore prevalenza di sintomi respiratori, tra cui irritazione, sinusiti, bronchiti.

I risultati di studi su bambini da 6 a 12 anni hanno confermato la relazione tra muffe visibili e la tosse, sia notturna sia diurna, e il legame tra asma e sensibilizzazione ad allergeni inalati. Ampliando lo sguardo a tutte le fasce di età, le persone più a rischio sono coloro che hanno allergie, malattie respiratorie croniche (come per esempio la broncopneumopatia cronica ostruttiva e l’asma) e le persone immunodepresse (come pazienti sieropositivi e pazienti oncologici che hanno subito un trapianto o sono sottoposti a chemioterapia). In questi casi in particolare, l’inalazione o il contatto con le spore delle muffe possono causare reazioni allergiche, starnuti, naso che cola, occhi rossi, eruzioni cutanee, attacchi d’asma, fiato corto e difficoltà respiratorie. Inoltre chi ha il sistema immunitario compromesso o convive con malattie polmonari croniche ha un rischio più alto di sviluppare anche infezioni polmonari.

Raccomandazioni in caso di problemi di salute

Per prevenire la crescita dei microrganismi sulle pareti interne degli edifici, è importante fare attenzione alle tubature che perdono e alle infiltrazioni di pioggia dal tetto o attorno ai telai delle finestre. Si tratta infatti di problemi che, aumentando l’umidità all’interno delle abitazioni, favoriscono la crescita di muffe. Chiunque abbia sintomi dopo un’esposizione a muffe dovrebbe sentire il proprio medico. Inoltre si raccomanda di risanare i danni causati dalle muffe e di provvedere a rimuovere le cause dell’eccessiva umidità in casa.

Simona Regina
Giornalista professionista, lavora come freelance nel campo della comunicazione della scienza. Scrive di salute, innovazione e questioni di genere e al microfono incontra scienziati e scienziate per raccontare sfide e traguardi della ricerca. People Science & the City è tra le trasmissioni che ha curato e condotto su Radio Rai del Friuli Venezia Giulia. Elogio dell'errore la sua ultima avventura estiva. Su Rai Play Radio il podcast che ha realizzato per Esof2020 che racconta Trieste città europea della scienza: Magazzino 26. Ogni anno si unisce all'equipaggio del Trieste Science+Fiction Festival per coordinare gli Incontri di futurologia, quest'anno approdati sul web come Mondofuturo.
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