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Muscoli e cervello

Lungo tutto il corso della vita, la salute del nostro cervello dipende in modo piuttosto stretto da quanto ci teniamo in movimento. Già: muscoli e cervello sono in costante dialogo e usano un linguaggio, fatto di molecole, che alcuni scienziati hanno ricostruito per noi.

Quanto emerge dagli studi sembra dare più ragione all’immagine, cara all’antichità, della mente sana in un corpo sano piuttosto che all’idea, fallace, della separazione tra mente e corpo, resa famosa da Cartesio e altri pensatori. Anche il classico stereotipo secondo cui gli intellettuali avrebbero poca confidenza con il movimento sembrerebbe decisamente superato, alla luce di quanto emerge da un interessante filone di ricerca che pone l’accento sugli stretti rapporti che esistono tra il nostro cervello e l’esercizio muscolare.

Un importante meccanismo biochimico

Quali meccanismi permettono a cervello e muscoli di avviare un dialogo importante e proficuo? Per comprenderlo, i ricercatori si sono concentrati in particolar modo sul tessuto muscolo-scheletrico. La muscolatura collegata alle ossa è il tipo di tessuto muscolare più abbondante nell’organismo umano e quella che permette il movimento del corpo attraverso l’alternanza di contrazioni e rilassamenti. Le fibre muscolari hanno la capacità di modificare la propria lunghezza e struttura in seguito sia agli stimoli che provengono dai motoneuroni, sia ad altri fattori, legati per esempio al metabolismo, allo sviluppo e all’ambiente. Tale capacità di modifica è chiamata plasticità muscolare.

Nel complesso il tessuto muscolo scheletrico può essere considerato un grande organo endocrino, che, in seguito alla contrazione muscolare – quindi come conseguenza dell’esercizio fisico – produce specifiche sostanze proteiche, le cosiddette miochine, i cui effetti sono oggetto di ricerca. L’attività fisica, in pratica, stimola la produzione di miochine, le quali, immesse nel circolo sanguigno, agiscono su diversi tessuti e organi, cervello compreso.

Gli effetti documentati

I risultati di diverse ricerche hanno mostrato che le miochine attivano meccanismi in grado di favorire la plasticità delle sinapsi, agendo così sulle facoltà cognitive e sull’umore. I disturbi metabolici e le malattie dei muscoli scheletrici possono, di conseguenza, avere effetti negativi sulla funzionalità cerebrale.

Inoltre, è stato dimostrato che l’allenamento fisico aumenta le dimensioni dell’ippocampo, un’area cerebrale che svolge un ruolo importante nella gestione di alcune facoltà collegate alla memoria. L’ippocampo, di solito, si riduce di dimensioni nel corso della vita adulta, compromettendo negli anziani le capacità di memoria e aumentando il rischio di demenza. I risultati di alcuni studi hanno evidenziato che l’allenamento induce invece l’ippocampo a ingrandirsi, con effetti positivi sulle capacità mnemoniche.

Invecchiare bene grazie all’attività fisica

Sembra proprio, quindi, che il movimento sia un importante alleato per conservare una buona salute fisica e cerebrale anche in tarda età, contribuendo a contrastare i cambiamenti strutturali che avvengono con l’invecchiamento e a mantenere in buone condizioni le capacità cognitive. Da tempo stanno inoltre emergendo evidenze sulla capacità dell’esercizio fisico sia di aiutare a prevenire il morbo di Alzheimer, sia di migliorare le capacità cognitive e le attività della vita quotidiana nei pazienti con la malattia conclamata, anche se i meccanismi con cui questo avviene non sono ancora stati perfettamente chiariti e devono essere indagati più a fondo.

Naturalmente, come raccomanda anche l’Organizzazione mondiale della sanità, l’ideale sarebbe abituarsi a svolgere attività fisica fin da bambini, in modo da sfruttare al massimo gli effetti positivi del movimento sul volume dell’ippocampo e la sua azione neuroprotettiva. Ma i benefici non mancano neppure per chi decide di abbandonare uno stile di vita sedentario e cominciare a praticare attività fisica in età adulta o senile. Ci sono insomma molti buoni motivi per decidere di iniziare a fare esercizio fisico, scegliendo attività compatibili con il proprio stato di salute e le proprie capacità, e tra queste ragioni rientra anche la possibilità di mantenere in forma il proprio cervello.

Anna Rita Longo
Insegnante e dottoressa di ricerca, membro del board dell’associazione professionale di comunicatori della scienza SWIM (Science Writers in Italy), socia emerita del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze), collabora con riviste e pubblicazioni a carattere scientifico e culturale.
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